Nella mia persona convivono faticosamente l’anima e la tecnica.
La prima è capace di abbandonarsi alla dimensione simbolica della vita perdendo finanche il senso del tempo. Mentre la parte più tecnica di me è in grado di analizzare e programmare con meticolosa precisione.
Così posso passare dalla scrittura in versi all’organizzazione di attività piuttosto complesse.

Oggi scrivo perché mi piace giocare con le parole! In passato ho iniziato a raccontare qualcosa di me e poi mi sono perso nella storie degli altri. Ho tradotto, scritto, trascritto e riscritto vicende lontane da me, ma nel tempo ho imparato a dedicare qualche parola anche a me e alla mia percezione del mondo.
La scrittura, anche quella creativa, a volte ha difficoltà a rincorrere la mia immaginazione, talmente fervida da percepirla più grande di me!
A volte l'ispirazione mi accarezza così dolcemente che mi abbandono a questa piacevole sensazione, con un tale trasporto da non riuscire a scrivere nulla… Un turbinio di emozioni che rimangono sospese per aria in attesa di prendere forma sulla pagina bianca.
La scrittura l’ho imparata così! Un miracolo, per me che ho dedicato molti anni a faccende amministrative come pianificazione, risorse umane e gestione dati.
Attività che più che preoccuparmi fino a farmi perdere il sonno, mi hanno allontanato dal mio mondo.
Oggi preferisco dare tempo alla terra e alla gioia delle piccole cose, narrandole al mondo, nero su bianco.
Spesso il lavoro subordinato mortifica e ruba spazio a tutto questo. L'attività freelance, invece, libera ed è liberante.