La crescita del mercato freelance in Italia: una soluzione per aziende e professionisti

Mercato freelance in Italia in crescita costante

Il mercato dei freelance in Italia è in continua crescita ed è un mondo che piace nei settori più diversi. Piace perché permette di vivere una carriera professionale più serena, in cui è possibile autogestirsi con gli impegni e creare una routine nel lavoro fatta di agilità e occasioni sempre diverse. Il mercato freelance va d’accordo con lo smart working, un approccio al lavoro che in questo 2020 è esploso a livello mondiale. Per via del covid19 che ha colpito tutto il mondo con un obbligo a un lockdown inaspettato, lo smart working è diventata la soluzione lavorativa non più solo dei liberi professionisti digitali ma di vari settori. Ora che l’emergenza è diventata una nuova realtà di vita con cui convivere, sempre più aziende ricercano lavoratori freelance con cui collaborare. È comodo per abbattere i costi dell’azienda nel mantenimento di un dipendente ma anche per lavorare in un’ottica più flessibile, da remoto.

Cerchiamo di capire insieme come mai questo mercato è in continua crescita.

 

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Perché è cresciuto il numero dei freelance in Italia

Sono tanti i motivi per cui i freelance sono aumentati negli anni. Un motivo fra tutti è che vi è una nuova consapevolezza nella mente del lavoratore: oggi ha voglia di investire su se stesso trasformando il suo stile di vita per renderlo più flessibile e agile, sempre pronto al cambiamento.  Chi lavora nel 2020 è una persona diversa da anni fa. Si è abituato alle collaborazioni a progetto, è entrato nell’ottica che il posto fisso non è una fonte di salvezza per vivere sereni e felici.

 

Oggi si ha voglia di sperimentare, cambiare spesso. Non si ha paura di restare senza lavoro perché si conoscono le potenzialità offerte dalla rete e dalle community che offrono nuove opportunità di lavoro. Non si è disposti ad avere capi ma si vuole collaborare in team e non si reputa stimolante ricevere ogni 27 del mese la stessa busta paga per anni, perché si ha l’ambizione di crescere come professionista, pagare le tasse sì ma anche crescere economicamente.

 

Più freelance o più dipendenti?

Se ti stai facendo questa domanda, forse devi conoscere meglio il mondo digital, in cui tutto è più smart. Ogni giorno nascono nuove start up, ogni giorno vengono pubblicate offerte di lavoro per diverse categorie di professionisti e su diversi ambiti. In verità questa possibilità professionale rende ogni collaborazione più agile e quando si associa la parola flessibilità al mondo freelance non è un caso. Un’azienda può scegliere un consulente esterno freelance e avere diversi benefici:

 

  • a fine lavoro può valutare se continuare a collaborare con lui oppure scegliere un altro freelance
  • far svolgere il lavoro a un professionista competente in quell’ambito, con titoli e competenze specifiche
  • abbattere i costi del lavoratore. Il freelance lavora con partiva Iva o con ritenuta d’acconto e non grava sull’azienda
  • la collaborazione è più snella in ogni processo: dai contatti in fase di briefing, allo svolgimento del progetto
  • porta in azienda innovazione e nuovi stimoli. Il freelance tende ad avere entusiasmo da vendere, per farsi conoscere e per allargare la sua reputazione online.

 

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L’espansione della GIG economy

C’è un altro aspetto da considerare. È in continua evoluzione la GIG economy, un fenomeno molto conosciuto all’estero ed arrivato anche in Italia. Tradotto in italiano con una definizione che non gli dà onore ovvero come “l’economia dei lavoretti”, in verità è una forma di lavoro che consente di organizzarsi bene e meglio poiché si tratta di un lavoro a chiamata, in modo anche saltuario se si vuole. Noi se siamo un esempio, offriamo un servizio di lavoro a progetti, in cui aziende e freelance si mettono d’accordo per lavorare a tempo. Ecco, la GIG economy aiuta a far crescere il mercato dei freelance in Italia dando più occasioni e visibilità a chi non ha ancora un nome come professionista. Utile per chi vuole capire se la libera professione fa per lui, chi vuole fare un secondo lavoro part time o anche chi prima di abbandonare il lavoro da dipendente vuole farsi una cerchia di clienti. La GIG economy è il futuro.

 

Qual è la richiesta per un freelance?

Non basta solo entrare a far parte del mercato dei freelance. Serve soddisfare le richieste di chi ha bisogno di risorse brave e specializzate. Di solito le aziende che ricercano una collaborazione con un freelance conoscono il mondo digitale, ne fanno parte o lo apprezzano. Nella maggior parte dei casi hanno necessità di servizi web, come per esempio la costruzione di un sito o di un’app, la gestione dei canali social o la creazione di contenuti. Ci sono i lavori per i grafici e il mondo visual ma anche tante richieste di traduzione online, per tutte quelle aziende che hanno contatti con l’estero o collaborano con più Stati.

 

Negli ultimi anni è cambiata proprio la richiesta, in continuo aumento anche in quei settori in cui si investiva meno nel mondo digital. È il caso del settore turistico o di quello enogastronomico. Una piccola cantina vinicola, un bed & breakfast che sta avviando la sua attività, una pizzeria gourmet che ha necessità di far conoscere le sue prelibatezze nel territorio. Si vuole lavorare con il local marketing, dare attenzione ai social network, allargare il bacino dei clienti non solo alla città in cui ha luogo fisico il salone di parrucchiera o il negozio di frutta e verdura più conosciuto nella zona. Si ha voglia di crescere, di allargarsi alla rete e al cliente che non viene solo grazie al passaparola da stretta di mano. Servono quindi talenti di settori diversi, professionisti digital in grado di aiutare chi vuole entrare a far parte del mondo online.

 

Tutto questo cambiamento è positivo, indice di un mercato del lavoro in evoluzione in cui c’è spazio per tutti. Per il fresco di laurea che non ha ancora esperienza ma ha voglia di mettersi in gioco, per il diplomato che ha deciso di specializzarsi con corsi specifici come il graphic design. È un mondo nuovo che abbraccia tante categorie, anche più tecnici come l’architetto.

Ebbene sì, esiste anche l’architetto freelance, che può lavorare con studi associati ed enti pubblici come lavoratore a progetto e valutare lavori da freelance che lo aiutino a crescere come libero professionista, a conoscere nuove realtà, a partecipare a lavori fuori dalla sua zona di comfort, in cui senza la rete non avrebbe mai potuto far parte.

 

Insomma, c’è davvero posto per tutti, per un mercato che renderà i professionisti più competenti perché specializzati e le aziende più soddisfatte sia per il ritorno economico sia per il lavoro assegnato.

 

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