I presupposti per lavorare da libero professionista

Sei un libero professionista che ha appena iniziato la sua attività freelance o vorresti entrare a far parte di questo mondo e ti stai informando su come aprire partiva Iva? Fermati un attimo! Sono tante le cose che devi sapere prima di fare il grande passo, perché diventare un libero professionista non è la stessa cosa di cambiare azienda da dipendente e approcciarti a un nuovo mondo. È una filosofia di vita, una predisposizione caratteriale in cui serve flessibilità, ambizione, determinazione e costanza ma anche tanta voglia di mettersi in gioco.

Vediamo insieme gli aspetti più importanti da conoscere se vuoi entrare anche tu in questo mondo.

 

Fare il libero professionista non è una scelta per tutti

Il titolo può spaventare ma credimi, è importante capire che avviare un’attività imprenditoriale da libero professionista comporta una predisposizione caratteriale da non sottovalutare. Questo perché mentre il lavoratore dipendente, una volta terminate le sue ore in ufficio, torna a casa e stacca completamente dal lavoro, un libero professionista non ha questo privilegio. Per lui la differenza tra lavoro e vita privata è molto sottile, un equilibrio da ricercare con attenzione dopo l’esperienza. Il libero professionista, infatti, non ragiona in base agli orari di lavoro, perché il lavoro è dentro la sua mente. Ha responsabilità, un ruolo in cui non sempre si può permettere di staccare anche se lo vorrebbe. Certo, si dà dei limiti ma non è mai semplice.

 

Lavorare da libero professionista è una questione di responsabilità

C’è un altro aspetto importante che riguarda questa professione. Il libero professionista lavora bene e guadagna solo se fattura e gli incassi arrivano solo se ha dei clienti e non smette mai di cercarli. Questo gli porta un carico di responsabilità – e delle volte un forte stress – non indifferente, in cui serve organizzazione del lavoro, un metodo da mantenere nel tempo e diverse competenze da far emergere.

 

Il libero professionista è il manager di se stesso e della sua attività. Deve essere capace di svolgere più ruoli, non solo quello di lavoratore indipendente.
Nella maggior parte dei casi ha un team con cui collabora con una divisione di ruoli e mansioni, ma se è un libero professionista freelance è probabile che debba fare tante cose da solo. Ricerca i suoi clienti, gestisce la contabilità da inviare al commercialista in modo da consegnare fatture e documenti in ordine, lavora come customar care per la sua attività, fa formazione se serve. Parla con i clienti, esegue il lavoro dal lato pratico, ha dei costi mensili a cui pensare.

 

Ecco perché non è un lavoro per tutti. Bisogna avere personalità per essere un libero professionista, grande capacità di problem solving e la consapevolezza che ogni periodo della sua vita professionale è soggetta a cambiamenti di rotta.

 

3 consigli per lavorare da libero professionista ed evitare il burnout

Il ruolo in sé, il carico di impegni e doveri che competono a un professionista, non spalmati su un team e con diverse responsabilità aziendali e personali, può diventare pericoloso se non si ha un carattere pronto alla tensione. Che cosa può succedere? Avrai sicuramente sentito parlare della sindrome da burnout aziendale, una forma di stress così alta da portare a un esaurimento nervoso da troppo lavoro.

 

Wikipedia spiega bene il concetto. Con sindrome da burnout si intende «l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali».

 

Ecco, sai qual è il rischio più grande del burnout? Non rendere al meglio, azzerare la produttività, spegnersi con idee e voglia di fare. È uno stato psicologico che può colpire chiunque: chi non ha idea di cosa significhi diventare un libero professionista, chi non si è preparato al carico degli impegni ma anche il professionista più esperto.

 

Per questo e prima che sia troppo tardi, ti lasciamo dei consigli che ti aiutino a trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, senza diventare vittima della tua professione. Tieni a mente questi 3 suggerimenti:

  1. Ascolta i campanelli di allarme: ci sono dei segnali che ti aiutano a capire se l’entusiasmo per il tuo lavoro sta scemando e stai “perdendo colpi”. Covi rabbia e ti adiri per un nonnulla, senti agitazione, hai perso la voglia di fare ma non solo. Anche il tuo fisico inizia ad accusare una certa stanchezza. Ti senti spento, fiacco, non riesci a prendere sonno la notte, hai difficoltà a concentrarti o hai sempre mal di testa; addirittura stai perdendo l’appetito. Ecco, tutto questo non va bene. Fermati, torna indietro, recupera lucidità e pensa al perché sei divento un libero professionista. Non è un caso se utilizziamo il termine lucidità: descrive al meglio uno stato d’animo che può provocare il burnout aziendale.
  2. Trova il tuo equilibrio dandoti dei limiti. Nessuno ti potrà dire che ritmi avere nel quotidiano ma sei tu che devi lavorare sul tuo equilibrio. Rispetta più possibile gli orari e cerca di evitare periodi di alto stress. Obbligati a non lavorare più di un tot ore al giorno, stacca la spina dopo una giornata lavorativa impegnativa, controlla la tua vita con uno stile quotidiano che ti rispecchi e non permettere alla tua professione di prevalere su tutto il resto.
  3. Rivoluziona e cambia metodo. Frequenta nuove persone che portino entusiasmo ed energia positiva nella tua vita, trascorri più tempo di qualità con chi ami, approfondisci le conoscenze con colleghi o partner freelance. Spezza la giornata di lavoro con un break per fare attività fisica o per pranzare con amici anziché da solo. Approcciati al lavoro in modo diverso per riconquistare una nuova stabilità.

 

Infine, non avere paura di raccontare che stai attraversando un periodo di stress. Parlarne aiuta a superare il momento, a ridimensionare l’ansia e a vivere il tuo lavoro da libero professionista com’era quando hai iniziato, ricco di entusiasmo e ottimismo.

 

In conclusione…

Con questa breve panoramica, è più chiaro quali sono i presupposti da avere per diventare un libero professionista che ama il suo lavoro. È una persona che ha scelto di avere responsabilità aziendali, è disposto a vivere la sua vita professionale come una filosofia di vita che lo rende flessibile. È sempre pronto al cambiamento, attento al rischio e consapevole di avere un lavoro non semplice ma molto gratificante.