Freelance – Partita Iva in regime forfettario fa per te?

Partita IVA in regime forfettario

Stai pensando di aprire la partita Iva perché vuoi fare il salto di qualità? Ebbene sì, non basta diventare freelance per farsi conoscere e posizionarsi sul mercato. La partita Iva è un passaggio fondamentale per crescere, collaborare con diverse realtà imprenditoriali ed entrare a far parte di più progetti in azienda. Saprai bene, infatti, che lavorare con ritenuta d’acconto limita il freelance, perché ha una soglia di fatturato che non può superare. Questo non succede con la partita Iva, o meglio la soglia è abbastanza alta, di 65000 euro. Dal 2015, infatti, si concede alle giovani attività di iscriversi in regime forfettario, un regime agevolato che aiuta a farsi strada nel mondo dell’imprenditoria pagando meno imposte rispetto al tradizionale regime ordinario.

 

Vediamo nel dettaglio in che cosa consiste questo regime semplificato e se è la scelta giusta per te che sei agli inizi della tua attività.

 

Partita IVA in Regime forfettario vantaggi

 

Che cos’è il regime forfettario in breve

Introdotto con la Legge n. 190/2014, poi modificata dalla Legge n. 208/2015, tale regime entra in vigore a partire dal 1° gennaio 2015. Come già detto poche righe sopra, il regime forfettario è un regime fiscale agevolato e aiuta le persone fisiche che hanno avviato un’attività imprenditoriale a inserirsi nel mondo del lavoro con un carico fiscale ridotto. Queste le semplificazioni contabili e fiscali più importanti che rappresentano anche i vantaggi del regime forfettario:

 

  • Non vi è obbligo di tenere i registri contabili sia ai fini Iva sia reddituali. È obbligo però fatturare in ordine cronologico, conservare le fatture in acquisto e anche le bollette doganali.
  • I contribuenti in regime forfettario devono certificare i corrispettivi e presentare la dichiarazione dei redditi così come previsto dal DPR n. 322/98.
  • I ricavi conseguiti e i compensi percepiti non sono assoggettati a ritenuta d’acconto.
  • Non vi è nessun obbligo di emettere fattura elettronica, che risulta facoltativa.
  • Assicura un’aliquota molto ridotta al 15% sul reddito imponibile e sostitutiva delle imposte ordinariamente previste (imposte sui redditi, addizionali regionale e comunale, Irap).
  • Vi è un’imposta ridotta al 5% per i primi cinque anni di nuova attività – tale aliquota è soggetta a specifici requisiti che trovi elencati sulla pagina dedicata del sito dell’Agenzia delle Entrate – che aumenta al 15% dopo questo primo periodo di
  • Non vi è IVA per le operazioni attive e non è prevista nessuna detrazione sugli acquisti.

Regime forfettario: le regole del 2020

Con la nuova legge di Bilancio 2020, questi i requisiti di accesso per il regime forfettario, che trovi elencati sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate:

 

  • rientrano nel regime forfettario i contribuenti che hanno percepito compensi non superiori a 65.000 euro.
  • «sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari».

 

È sempre l’agenzia delle Entrate che spiega i motivi di esclusione al regime forfettario:

 

  • «le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva o di regimi forfettari di determinazione del reddito.
  • i non residenti, a eccezione di coloro che risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di informazioni e che producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato.
  • i soggetti che effettuano, in via esclusiva o prevalente, operazioni di cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi.
  • gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari ovvero che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte individualmente.
  • le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili a tali datori di lavoro, fatta eccezione per chi inizia una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni.
  • chi nell’anno precedente ha percepito redditi di lavoro dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 euro, tranne nel caso in cui il rapporto di lavoro dipendente nell’anno precedente sia cessato (sempre che in quello stesso anno non sia stato percepito un reddito di pensione o un reddito di lavoro dipendente derivante da un altro rapporto di lavoro).»

 

Regime forfettario - vantaggi freelance partita iva

 

Regime forfettario per freelance

Abbiamo inserito l’elenco come presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate per far capire bene quanto questo regime sia stato pensato per agevolare i contribuenti di piccole dimensioni o che stanno iniziando la loro carriera da freelance o imprenditoriale. È una scelta precisa, che vuole far capire con termini tecnici quali requisiti sono stati studiati per questo 2020, un anno che ci ha fatto conoscere meglio il lavoro in smart working e che apre la frontiera alle nuove partite Iva, pronte a mettersi in gioco e ritagliarsi la loro fetta di mercato.